giovedì 27 novembre 2014

CI ACCONTENTEREMO DELLA SOLITA PROROGA? VOGLIAMO DIGNITA': IN COSA CI PUO' ESSERE UTILE LA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA DEL 26 NOVEMBRE 2014

Dicono che novembre sia un mese triste.

Per i precari, invece, si tratta di un Natale anticipato!

Ieri, 26 novembre 2014 è arrivata la sentenza resa nella cause riunite C-22/13, C da 61/13 a 63/13 C-418/13 (per leggere il testo integrale clicca qui) con la quale la Corte di Giustizia Europea ha scolpito l'illegittimità dell'abusivo ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato nella scuola.

Questa sentenza contiene però degli elementi che sono certamente importanti anche nel nostro caso.

Particolarmente rilevante è il punto 100 della sentenza stessa, che viene riportato di seguito:
"Orbene, come la Corte ha già dichiarato in numerose occasioni, il rinnovo di contratti o di rapporti di lavoro a tempo determinato al fine di soddisfare esigenze che, di fatto, hanno un carattere non già provvisorio, ma, al contrario, permanente e durevole, non è giustificato ai sensi della clausola 5, punto 1, lettera a), dell’accordo quadro. Infatti, un utilizzo siffatto dei contratti o dei rapporti di lavoro a tempo determinato è direttamente in contrasto con la premessa sulla quale si fonda tale accordo quadro, vale a dire il fatto che i contratti di lavoro a tempo indeterminato costituiscono la forma comune dei rapporti di lavoro, anche se i contratti di lavoro a tempo determinato rappresentano una caratteristica dell’impiego in alcuni settori o per determinate occupazioni e attività (sentenza Kücük, EU:C:2012:39, punti 36 e 37 nonché giurisprudenza ivi citata).".

Questa conclusione, che coincide con le considerazioni che avevamo anticipato al momento della creazione del nostro blog (verificatelo nei post più vecchi e nella diffida), ha portato la Corte di Giustizia a ritenere applicabile l'obbligo di conversione dei contratti – da tempo determinato a tempo indeterminato – anche nella P.A., ove si verifichino le violazioni del diritto comunitario di cui al richiamato punto 100.

E' dunque chiaro che questi principi trovano applicazione per il caso che ci riguarda.

BASTA PROROGHE. BASTA PRECARIATO. BASTA TIMORE. 

DOBBIAMO ESSERE CONSIDERATI E CONSIDERARCI - NOI PER PRIMI - DIPENDENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SIN DALLA DATA DEL PRIMO CONTRATTO

sabato 8 novembre 2014

COME INTENDIAMO PROCEDERE

La nostra intenzione è quella di dare avvio ad una serie di incontri con tutti coloro che ne avranno interesse in tutte le Province e i Comuni siciliani

In questo senso, abbiamo già dato incarico di predisporre la segnalazione alla Commissione Europea che sarà pronta, al massimo, tra una decina di giorni. L'incarico è stato affidato agli avvocati Pier Carmelo Russo e Francesco Stallone, con studio in Palermo, via Nunzio Morello nn. 23 e 40.

Chiunque voglia associarsi e diffondere queste notizie è il benvenuto.

Più saremo e più sarà facile scardinare il sistema che ci sfrutta da troppi anni.


venerdì 7 novembre 2014

COSA INTENDIAMO FARE

Intendiamo agire in due modi:

a) promuovere una procedura di infrazione davanti alla Commissione Europea, segnalando l'abuso della nostra utilizzazione al di fuori di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e la violazione della direttiva n. 1999/70, che da tale violazione scaturisce;

b) agire davanti al Giudice del lavoro, affinchè questi interroghi la Corte di Giustizia Europea sulla incompatibilità con l'Ordinamento comunitario delle leggi che ci condannano al precariato a vita.

Nel primo caso, ove la Commissione ritenga la nostra segnalazione coerente, chiederà giustificazioni al Governo Italiano, imponendogli di correggere la propria condotta se ritenuta in contrasto con il diritto comunitario e statuendo, in tal modo, l'obbligo di convertire i rapporti da tempo determinato a tempo indeterminato.

Nel secondo caso, se la Corte di Giustizia affermi l'incompatibilità delle norme che consentono, in Sicilia, il precariato “di lungo termine”, il Giudice del Lavoro sarà costretto ad emanare una pronuncia che costituisca il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, con decorrenza dal giorno di prima utilizzazione presso l'Amministrazione.

L'AZIONE DAVANTI ALLA COMMISSIONE EUROPEA E DAVANTI AL GIUDICE DEL LAVORO NON DEVONO ESSERE NECESSARIAMENTE INTRAPRESE CONTESTUALMENTE.

È INFATTI POSSIBILE PROMUOVERE, ALTERNATIVAMENTE, L'UNA, L'ALTRA O ENTRAMBE.

COSA VOGLIAMO

Nel corso di questi anni, in Sicilia, enti locali, aziende sanitarie e ospedaliere, enti pararegionali e la stessa Regione siciliana hanno coperto tutti i posti liberi, vacanti e disponibili, ricorrendo a personale non di ruolo: noi, i “precari”!

Si è così creata una condizione paradossale, vale a dire di “precarietà strutturale” - un'evidente contraddizione – in cui ciò che dovrebbe essere eccezionale (l'uso di personale a tempo) è diventata la regola, fissata in una serie di leggi e in numerose circolari della Regione siciliana.

Si dà il caso, però, che questa “regola” non sia conforme al diritto dell'Unione Europea e, in specie, alla direttiva n. 1999/70.

Infatti, questa direttiva comporta l'obbligo di trasformare il rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, nel caso in cui lo stesso si protragga per più di 36 mesi.

È PROPRIO QUESTO QUELLO CHE NOI VOGLIAMO: LA TRASFORMAZIONE DEL NOSTRO RAPPORTO DI LAVORO DA TEMPO DETERMINATO A TEMPO INDETERMINATO

Probabilmente, molti Soloni vi diranno che, nel pubblico impiego, questa regola non si applica, che la conversione del rapporto di lavoro, da tempo determinato a tempo indeterminato, è impossibile.


MA, COME SUOLE DIRSI: UNA COSA È IMPOSSIBILE FINO A QUANDO NON ARRIVA UNO CHE NON LO SA E LA FA.  

CHI SIAMO

Loredana, Laura, Monica, Giovanni, Giuseppe Fabio, Renato, Giovanna, Giovanni, Francesco, Giuseppe, Maria Stella, Salvatore, Giuseppe, Costanza, Ornella, Alfonsina, Francesca, Rosalia, Maria Concetta, Loredana, Francesco, Giuseppe, Caterina, Antonia, Giuseppina, Maria Fausta, Giuseppina, Giuseppe.

Ecco, ci siamo voluti presentare con il nostro nome. 

Siamo, come molti di quelli che leggeranno e, speriamo, contribuiranno a questo blog 28 cosiddetti precari della pubblica amministrazione che si sono stufati di esserlo e di rimanere in eterna attesa di una stabilizzazione sempre promessa e mai mantenuta.


Ci siamo convinti di essere i migliori difensori di noi stessi e intendiamo agire in questo senso.